RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

CHIESA SS. SEBASTIANO E ROCCO IN PUGNELLO DI ARZIGNANO (VI) - sec. XIX


Restauro conservativo, consolidamento statico ed adeguamento impiantistico.

Progettazione, Direzione Lavori di n. 2 stralci funzionali e Coordinamento Sicurezza.

COMMITTENTE: Parrocchia dI SS. Sebastiano e Rocco in Pugnello di Arzignano (VI), Via Pugnello.
PERIODIO DELLA PRESTAZIONE: 2000-2004

listaSTATO DI CONSERVAZIONE     listaPROGETTO     listaCANTIERE     listaLAVORO ULTIMATO

La Chiesa Parrocchiale di Pugnello è stata costruita a partire dal 1877, durante l’infuriare della peste, fino al 1885, la Chiesa neoclassica di Pugnello è stata consacrata l’8 settembre 1914.
Titolata all’Esaltazione della S. Croce, è posta sotto la protezione dei Santi Patroni Sebastiano e Rocco.
La Chiesa restaurata è stata presentata ufficialmente alla comunità parrocchiale nel dicembre 2004, ed è il risultato di due successivi interventi in 4 anni, dal gennaio al luglio del 2000 per gli interni e il campanile, e dal febbraio al settembre 2004 per i consolidamenti statici e gli esterni: questi hanno permesso di recuperare l’aspetto originario del complesso monumentale che, costruito nella seconda metà del 1800, era minacciato seriamente da problemi statici e da una situazione di degrado dovuto soprattutto alla presenza dell’umidità e a finiture incompatibili.
Gli interventi hanno permesso nuovamente di ammirare la felice e pregevole armonia della costruzione, nella quale è tornato a dominare il tono caldo e ambrato della pietra locale.

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STATO DI CONSERVAZIONE

La prima fase dei lavori di restauro, dal gennaio al luglio del 2000, aveva riguardato soprattutto il campanile e gli interni della Chiesa, con la rimozione di materiali e finiture improprie e interventi di ripristino della continuità strutturale delle pareti, che si presentavano fortemente lesionate. Sono state ricomposte le parti smembrate, sono stati recuperati i cornicioni pericolanti e disgregati, i controsoffitti a volta in malta e arelle, le delicate modanature degli altari ormai irriconoscibili sotto diversi strati di colore, le tele e gli affreschi anneriti e illeggibili, i marmi dei pavimenti e delle gradinate, i marmorini originari delle pareti, le porte e le opere in legno. L’elegante campanile, dalla cuspide in rame, è stato ugualmente consolidato, risanato e restaurato.
Tuttavia, durante i lavori di manutenzione agli intonaci interni ed esterni, resisi necessari in seguito alla caduta frequente di frammenti anche di notevoli dimensioni, si era evidenziato uno stato di grave dissesto statico a carico delle pareti perimetrali portanti, con crepe passanti apertesi soprattutto in corrispondenza delle arcate, che scandiscono la navata e danno accesso alle cappelle, e in corrispondenza degli angoli formati dalla parete di facciata e dalle pareti laterali.
Si trattava di fessurazioni passanti che interrompevano la continuità strutturale delle pareti e compromettevano la stabilità dell’intero monumento. Le cause andavano individuate, come evidenziato dalle perizie statiche eseguite, nei cedimenti differenziali alla base di imposta delle fondazioni e nella mancanza di un adeguato controventamento dell’edificio.
Infatti, in mancanza di un adeguato sistema di catene e tiranti in grado di contrastare il fenomeno delle spinte dovute al peso delle capriate principali, le pareti perimetrali portanti tendevano “ad aprirsi”, fenomeno particolarmente evidente in corrispondenza degli ammorsamenti tra facciata e pareti laterali.
Contestualmente era stata riscontrata una massiccia presenza di umidità di risalita, dovuta all’assenza di un adeguato sistema di drenaggio al piede della muratura. Questo fenomeno aveva determinato un grave ammaloramento della muratura stessa, con conseguente esfoliazione e distacco degli intonaci.

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PROGETTO

Per consentire l’utilizzo al culto dell’edificio sono state realizzate dapprima opere di somma urgenza, con provvedimenti, che hanno consentito di garantire l’essenziale sicurezza nel breve termine, con chiusura delle fessurazioni e delle lesioni nelle murature e negli apparati lapidei delle cornici e degli archi, senza peraltro intervenire in modo risolutivo e in attesa di adottare appena possibile interventi adeguati, in grado di rimuovere le cause stesse del dissesto statico.
Nella prima fase dei lavori è stato scelto quindi di mettere in sicurezza le strutture murarie, anche a prescindere dai problemi di stabilità del sistema terreno-fondazioni. Il progetto infatti è stato studiato per garantire in futuro di poter operare in sicurezza nel momento in cui si fosse deciso di intervenire radicalmente sulle fondazioni della Chiesa. Quindi il cantiere ha anzitutto puntato a migliorare le condizioni statiche dei muri, delle arcate e delle volte, con operazioni di cuci-scuci di mattoni, tiranti e controventature.
Nella seconda fase dei lavori invece si è intervenuti nelle fondazioni, in modo da “legarle” con interventi strutturali, tramite un cordolo di cemento armato, in grado di contrastare eventuali cedimenti differenziali tra una zona e l’altra.
Nella seconda fase dei lavori sono stati pertanto realizzati come prioritari gli interventi di consolidamento delle strutture murarie, attraverso il ripristino della continuità strutturale in corrispondenza di fessurazioni, lesioni e crepe, con l’inserimento di tiranti in acciaio di tipo tradizionale, in grado di legare le pareti longitudinali alla facciata principale e di contrastare il movimento di rotazione e le deformazioni dovute a pressoinflessione nelle pareti stesse. Si è proceduto al consolidamento delle fondazioni mediante la realizzazione di sottomurazioni di tipo tradizionale, e con l’ausilio di cordoli in cemento armato in corrispondenza delle lesioni dovute a cedimenti differenziali e al conseguente risanamento del piede della muratura dall’umidità di risalita, con adeguato sistema di drenaggio mediante scavo e riempimento con ghiaione lavato di varia granulometria e posa in opera di tubazione in cls forato ad azione drenante lungo tutto il perimetro della Chiesa.
Sono inoltre state ripristinate le murature di contenimento ad anello del rilevato della Chiesa, che si presentavano compromesse staticamente, con diffuse situazioni di disgregazione e cedimenti.
E’ stata realizzata un’adeguata rete di smaltimento delle acque meteoriche, e, contestualmente, sono stati riorganizzati tutti i sottoservizi. Infine il sagrato, coronato da cipressi, è stato dotato di una nuova pavimentazione in porfido, trachite e marmo di Verona.
Anche il preesistente arredo in ghisa, di tipo tradizionale, è stato riproposto e arricchito, con nuovi corpi illuminanti, panchine e una fontana.

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CANTIERE

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LAVORO ULTIMATO

Nell’insieme il progetto di recupero dell’immagine della Chiesa, teso a valorizzarne la semplicità e l’armonia delle forme e delle proporzioni, ha saputo mettere in risalto tutta la bellezza dei materiali, riportati a vista, delle strutture e degli apparati decorativi, meritevoli di essere “letti” dal punto di vista tecnologico, architettonico, religioso e storico-sociale, come libro aperto degli apporti che si sono succeduti nella costruzione e nella definizione del monumento. E alla tradizione è stato attinto per il suo completamento esterno ed interno, nelle parti più irrisolte, quando si è voluto riproporre l’atmosfera di raccolta quiete, che emana dagli edifici di culto più antichi e vicini insieme al progetto originario.
Tutto è stato recuperato, riportato com’era e ricollocato al suo posto: dalla via crucis ottocentesca su tela, ai particolari preziosi dell’arredo sacro e delle decorazioni, care alla pietà popolare. Tutto con infinita cura e amore, anche da parte delle maestranze che hanno operato, e dei parrocchiani, che hanno appoggiato e seguito con entusiasmo crescente questa “restituzione”. Tutto si è inserito nel contesto dello “spazio ritrovato” in modo armonioso e coerente. Un motivo unico, costante, percorre tutto l’edificio: la presenza dei toni cangianti e delicati delle pietre locali, usate come materiale costruttivo e decorativo. L’insieme risulta particolarmente suggestivo.
Una delicata atmosfera di grazia, bellezza e raccolta spiritualità avvolge chi entra nella chiesa, sempre aperta, anche solo per un momento di riflessione.

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