RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

CRIPTA BENEDETTINA IN VICENZA - sec. XIV


Restauro conservativo, consolidamento statico e adeguamento impiantistico.

Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamneto Sicurezza.

COMMITTENTE: Parrocchia di S. Silvestro in S. Caterina (VI), Contrà S. Caterina n. 64.
PERIODO DELLA PRESTAZIONE: 2004-2008

listaSTATO DI CONSERVAZIONE     listaPROGETTO     listaCANTIERE     listaLAVORO ULTIMATO

Da anni la Comunità Parrocchiale di S. Caterina ha avviato un organico programma di restauri del complesso Chiesa-Opere Parrocchiali.
Le Opere Parrocchiali in particolare, che comprendono anche la Sala Capitolare, la Cripta benedettina, la Sacrestia nuova, l'abitazione dei sacrestani, i resti dell’antichissimo monastero benedettino di Ognissanti, offrono notevoli spazi (circa 6.000 mq ai vari piani) a servizio della cittadinanza, di Associazioni varie, e delle adiacenti Scuole Medie e Professionali.
Proprio durante i lavori di restauro delle Opere Parrocchiali, è venuta alla luce al di sotto della Sala Capitolare, la monumentale Cripta che apparteneva all’ex-convento benedettino risalente al 1326, probabilmente in origine collegata alla Chiesa, prima dei grandi lavori di rifacimento avviati nel 1672.
Si tratta di un ambiente altamente suggestivo di circa 120 mq., suddiviso in tre navate da colonne monolitiche in pietra di Vicenza con capitelli di ordine tuscanico; la copertura è costituita da volte a crociera ribassate in mattoni; le murature d’ambito, realizzate in mattoni e pietrame, sono sicuramente di epoca medievale e quasi certamente furono erette dal primitivo Ordine monastico qui insediato, quello degli Umiliati, e quindi alla fine del Duecento, o dalle Benedettine stesse dopo il 1326.
La Cripta medievale fu poi parzialmente modificata nei secoli successivi: infatti gli elementi architettonici e l’uso delle volte ribassate inducono a collocare nel XVII secolo l’assetto definitivo del manufatto, quale possiamo ammirare oggi; si tratterebbe quindi di una trasformazione analoga a quella della soprastante Sala Capitolare, di cui in effetti costituisce la struttura di sostegno.
La Cripta comunica con la Sala Capitolare del piano superiore attraverso il Vestibolo, sempre appartenente all’antico monastero benedettino e costruito pure sul sedime medievale.

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STATO DI CONSERVAZIONE

A seguito della compagna di restauro che aveva riguardato la Chiesa e le Opere Parrocchiali, un ultimo stralcio ha riguardato il restauro della monumentale Cripta e dell’adiacente Vestibolo, il cui recupero di questi straordinari ambienti - uniche testimonianze delle antiche origini monasteriali di S. Caterina, sconosciute ai più - è risultato essere di grande prestigio per la cittadinanza e la Diocesi.
Lo stato di conservazione della Cripta e del Vestibolo risultava particolarmente critico: i vani erano per due terzi ostruiti da una grande quantità di terriccio e detriti di riporto, residui delle alluvioni e delle demolizioni di parti dell’antico monastero benedettino riorganizzato e trasformato alla fine del XIX secolo.
A partire da quest’epoca quindi Cripta e Vestibolo furono abbandonati e in seguito murati, per tornare alla luce fortuitamente ai nostri giorni.

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PROGETTO

Il recupero dell’antica Cripta Benedettina, sottostante l’antico Refettorio delle Monache, ha previsto il coinvolgimento della competente Soprintendenza Archeologica, dato che la prima complessa fase dei lavori ha comportato lo scavo archeologico, eseguito a mano fino alla quota di progetto ossia alla base delle colonne, per liberarla da tutto il terreno che l’aveva interrata, nonché la rimozione dell’acqua di falda superficiale che la invadeva periodicamente.
La condizione delle strutture appariva particolarmente critica, a causa di dissesti statici delle murature, che si manifestavano con vistose fessurazioni e cedimenti localizzati. Inoltre la massiccia presenza di acqua e di umidità di risalita in corrispondenza delle strutture murarie, aveva compromesso notevolmente lo stato di conservazione sia degli intonaci sia dei leganti originari in malta di calce. Le colonne in pietra presentavano dei dissesti statici localizzati, dovuti ai carichi asimmetrici del terreno di riporto e ai carichi del soprastante Refettorio delle Monache.

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CANTIERE

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LAVORO ULTIMATO

Dall’analisi dello stato di fatto, e sulla base delle risultanze di un campagna di indagini preliminari specialistiche, il progetto ha previsto l’esecuzione di sottomurazioni in mattoni pieni in corrispondenza delle lesioni passanti delle strutture murarie in elevazione e il ripristino della continuità strutturale tramite interventi localizzati di “scuci-cuci”, per far fronte ai dissesti statici. Al fine di risanare le strutture murarie gravemente ammalorate dalle continue infiltrazioni d’acqua, si è proceduto all’impermeabilizzazione delle stesse mediante malte/barriera in grado di realizzare una barriera impermeabile all’acqua sia nelle strutture in elevazione sia a livello di pavimento. E’ stato poi realizzato il restauro e consolidamento dei materiali lapidei dei pilastri e delle colonne e il successivo consolidamento degli intonaci originari, presenti in corrispondenza delle superfici intradossali delle volte, e posa di nuovi intonaci microporosi di tipo tradizionale a base di calce sulle pareti. La scelta delle finiture ha previsto la posa di una pavimentazione in cotto di tipo tradizionale, posata a spina pesce.
Grande importanza è stata data alla progettazione impiantistica: è stato infatti realizzato un impianto di riscaldamento a pavimento ed un impianto ad aria in grado di mantenere costante il grado di umidità delle sale attraverso un sistema di climatizzazione/deumidificazione, che garantisce il “raffrescamento” nei mesi più caldi, controllando nel contempo l’umidità dell’aria, contenendo i consumi energetici. Data la suggestione intrinseca di questi ambienti storici, è stato curato attentamente anche l’aspetto illuminotecnico, scegliendo e posizionando i corpi illuminanti in funzione delle diverse attività a cui Cripta e Vestibolo verranno destinate, e al fine di sottolineare ed esaltare il carattere religioso e meditativo del complesso monumentale.

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