RESTAURO MONUMENTALE
Restauro Chiese, Ville, Palazzi e Castelli
CASTELLI SCALIGERI E COEVI
EDIFICI DI CULTO - CHIESE
- CAVAZZALE (VI) S. Matteo Apostolo
- VICENZA Cripta S. Caterina
- VICENZA S. Caterina
- VICENZA S. Caterina in Porto
- VICENZA S Lucia
- ARSIERO (VI) S. Maria Angiadura
- VICENZA S Chiara
- ARZIGNANO (VI) SS. Sebastiano e Rocco
- VICENZA S. Maria Regina della Pace
- VICENZA ABBAZIA DI S. AGOSTINO
VILLE E PALAZZI
NUOVO IMPIANTO
EDILIZIA ALBERGHIERA
EDILIZIA COMMERCIALE
RESIDENZIALE
URBANISTICA
LAVORI IN CORSO
RESTAURO MONUMENTALE
NUOVO IMPIANTO
RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI
CHIESA DI S. MARIA REGINA DELLA PACE IN VICENZA - sec XX
Restauro conservativo, consolidamento statico ed adeguamento impiantistico.
Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.
COMMITTENTE: Parrocchia dI S. Maria Regina della Pace (VI) - Via dei Pizzolati n. 2
PERIODIO DELLA PRESTAZIONE: 2001-2006
La Chiesa Parrocchiale di S. Maria Regina della Pace in Vicenza, località Stanga, riveste un rilevante carattere storico, artistico e monumentale, ma anche un particolare valore civile e religioso, essendo stata voluta e realizzata alla fine della prima Guerra Mondiale come Tempio Votivo, dedicato alla Madonna Regina della Pace. Riveste inoltre una notevole importanza sul piano pastorale, in quanto è luogo di culto per una comunità di circa 10.000 abitanti, comprendente anche la comunità cattolica della vicina Caserma Ederle.
Si tratta di un’architettura originale anche nel panorama dell’epoca, solitamente dominato dallo stile neoclassico, costruita in sobrie ma eleganti linee neogotiche d’oltralpe. Le navate presentano un controsoffitto piano, con struttura portante in legno a travoni trasversali, sorretti da colonnine su mensole, aggettanti rispetto alle pareti della navata. Il controsoffitto si raccorda alle cornici delle campate con velette curvilinee, decorate a tempera a motivi geometrici o vegetali stilizzati, organizzati a fasce e cordelline.
L’immagine, sia esterna che interna, della Chiesa era caratterizzata da una dominate cupa, su toni grigio-verde e marrone, che appesantiva e mortificava l’intera spazialità votiva. L’immagine originaria dell’interno della Chiesa, restituitaci da alcune foto d’epoca, mostrava un ricco apparato decorativo, esteso a sottolineare con fregi a tempera a motivi geometrici tutti gli elementi architettonici: archi, sottarchi, volte, pareti, finestrati … Ma già negli anni ’70 del secolo scorso dell’originario apparato decorativo quasi nulla era ancora visibile. Il motivo era da ricercarsi nella tecnica esecutiva dei fregi, tipica di quel periodo, la cui tempera tendeva a polverizzare, rendendo impossibile un loro fissaggio o una loro pulitura. Tanto che la successiva tinteggiatura, a base vinilica, aveva ricoperto le decorazioni in modo irreversibile, salvo a riproporle sulle volte, con motivi però completamente diversi. Da tempo tuttavia era sempre più avvertita l’esigenza, da parte della Comunità Parrocchiale, di restituire alla Chiesa una veste più decorosa e funzionale. Infatti le condizioni in cui versava l’edificio, in particolare i problemi causati dalla massiccia presenza di umidità di risalita, che avevano causato il degrado degli intonaci originari e delle strutture murarie, congiuntamente alle lesioni statiche e alle disfunzioni impiantistiche, ne compromettevano l’utilizzo.
A seguito di un’accurata campagna di rilievi, indagini e analisi statiche, sulla scorta della documentazione storica e d’archivio, è stato definito il progetto di intervento. Un quadro fessurativo estremamente diffuso ed evidente interessava gli intonaci e le strutture sia verticali che orizzontali, dovuto in parte alla stessa tecnica costruttiva (muratura piuttosto incoerente, mista sasso-laterizio) e alle vibrazioni indotte dalla vicina ferrovia, in parte alle problematiche statiche a livello di fondazioni, legate soprattutto alla presenza di falde freatiche superficiali. Il progetto individuava pertanto una serie di interventi, da realizzarsi per stralci funzionali soprattutto nel periodo estivo, per ridurre il disagio ai fedeli.
Un primo stralcio ha riguardato gli interni, in particolare per superare il problema dell’alto tenore di umidità nelle murature. Preliminarmente è stato realizzato al piè delle murature un anello drenante, collegato adeguatamente alla rete di smaltimento delle acque meteoriche, poi si è proceduto al consolidamento delle strutture murarie, con operazioni di ripristino della continuità strutturale in corrispondenza delle lesioni, eseguite con tecniche tradizionali (scuci-cuci). Ove possibile gli intonaci sono stati consolidati e risanati dall’umidità, mentre fino ad un’altezza di circa due metri dal piano interno di calpestio, sono stati messi in opera intonaci deumidificanti e traspiranti microporosi, a base di calce naturale.
Inoltre si è proceduto al recupero, lungo tutto il perimetro della chiesa, del rivestimento marmoreo, ormai compromesso dall’umidità, come supporto “a stacco ventilato" del nuovo rivestimento in marmo rosso, più basso rispetto al precedente, in modo da garantire la naturale traspirabilità delle murature.
Il restauro completo degli interni della chiesa, ha riguardato gli apparati decorativi in pietra, marmo e stucco (colonne, capitelli, altari, mensole, colonnine, volute …) oltre alle decorazioni a tempera delle pareti.
In corso d’opera è emerso non realizzabile un recupero, anche parziale, delle decorazioni originarie, in quanto “inglobate” dalla tinteggiatura vinilica, sovrapposta negli anni ’70. E’ stato quindi operato il puntuale restauro, con integrazione, delle decorazioni risalenti ai primi anni ’70. Una finitura colore avorio, a base di calce e silicati di etile, ha conferito una luminosità madreperlacea alle pareti, appena scandite da eleganti partiture, esaltandone l’armonia delle proporzioni. L’intervento ha poi riguardato il restauro e recupero degli arredi fissi come ad esempio le formelle lignee ad altorilievo della Via Crucis, di pregevole fattura, non più “leggibili” a causa di mordenti e vernici coprenti, e la grande statua della Madonna, in marmo di Carrara, collocata al centro dell’abside. Si è proceduto inoltre al recupero dei confessionali tradizionali, per realizzare due nuovi confessionali d’angolo, concepiti come ambienti riservati, spaziosi, accessibili ai disabili. Un intervento molto specifico, e necessario per garantire la corretta ventilazione degli interni, ha riguardato il restauro delle vetrate a piombo intersiate originarie, con adeguamento dei serramenti, che si presentavano bloccati dalla ruggine. Si è proceduto alla realizzazione di nuove vetrate, in analogia a quelle originarie, ove presentavano chiusure di tipo provvisorio.
Al fine di dotare la Chiesa di un adeguato ed efficiente sistema di riscaldamento, dovendo comunque rimuovere la pavimentazione, perché irrecuperabile, si è realizzato un impianto a pavimento, e il conseguente adeguamento della centrale termica. Si è poi messa in opera una pavimentazione marmorea ispirata all’originaria tipologia.
Un aspetto molto importante curato nel restauro della Chiesa è stato il rifacimento completo degli impianti elettrici e speciali, compresa la motorizzazione dei finestrati e il sistema di amplificazione sonora. Allo scopo è stata prevista l’applicazione della Norma CEI 64-15 del 10/98 (Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica), che consente di eseguire l’adeguamento senza intervenire con opere murarie sulle strutture esistenti.
Nel corso dei lavori è stata realizzata in particolare una protezione totale contro il pericolo di incendi da corto circuiti, e un impianto di illuminazione di emergenza attraverso gruppi autonomi con propria batteria; è stato migliorato l’impianto di illuminazione, utilizzando sorgenti con rendimenti più elevati delle attuali lampade ad incandescenza. Il recupero e restauro delle lampade votive delle cappelle laterali, e la dotazione di corpi illuminanti coerenti con lo stile della chiesa, in ferro battuto “a corona” a motivi simbolici (tralci di vite, rami di ulivo, colombe).
Successivamente, in un secondo stralcio, è stato realizzato il completo restauro delle coperture e delle pareti esterne, dove gli intonaci si presentavano compromessi nella quasi totalità, soprattutto a causa dell’umidità di risalita. Nella parte basale, per un’altezza di circa 3 mt, si è provveduto quindi all’applicazione di intonaci risananti a base di cocciopesto di tipo tradizionale, in spessori adeguati.Per le finiture è stato riproposto l’intonachino e il marmorino, con recupero delle decorazioni sommitali originarie.