RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

COMPLESSO FORTIFICATO SCALIGERO DI MAROSTICA (VI): Castello Inferiore - sec. XIV


Restauro conservativo, ripristino filologico, consolidamento statico ed adeguamento impiantistico.

Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.

COMMITTENTE: Comune di Marostica (VI) - Via Tempesta n. 17
PERIODIO DELLA PRESTAZIONE: 2000-2008

 

                                                                                            Castello Superiore e Cinta Muraria

L'insieme degli interventi eseguiti sia nel Castello Inferiore che nella Cinta Muraria hanno consentito di restituire all'intero complesso fortificato - che costituisce l'immagine stessa di Marostica nel vissuto collettivo - un integrità che altrimenti sarebbe andata perduta.

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Marostica, postazione militare fin dalla colonizzazione romana, ha sempre occupato una posizione strategica di rilievo tanto per Bassano, ai fini della difesa dell’autonomia di tale città, quanto per Vicenza, quale importante avamposto pedemontano: fu nel XIII secolo particolarmente contesa, finché nel 1311 pervenne agli Scaligeri, signori di Verona. L’anno successivo il sistema fortificato venne gravemente danneggiato durante la guerra con i padovani. e Cangrande della Scala decise di provvedere al radicale rinnovamento delle strutture. Si diede così avvio alla costruzione del Torrione – con funzione di Dazio – lungo la strada tra Vicenza e Bassano, e alla costruzione della Rocca, o “Castello Superiore”. Tra il 1339 e il 1351, sotto la Signoria di Mastino II della Scala, erede di Cangrande, venne completata la costruzione, attorno al Torrione di pianura, del Castello “da Basso”, caratterizzato dai tratti stilistici del tipo “a recinto”, a pianta quadrangolare con quattro torricelle scudate agli angoli; il Torrione veniva così a costituire l’abitazione e l’estremo rifugio del castellano. I due Castelli sono stati posizionati in modo tale da essere perfettamente visibili l’uno all’altro, per permettere così un’immediata e agevole comunicazione a distanza in caso di necessità. La scelta dei siti infatti era requisito e caratteristica principale per la costruzione del sistema difensivo: il luogo prescelto per la costruzione della fortezza doveva permettere una veduta lontana ed essere di difficile accessibilità.

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STATO DI CONSERVAZIONE

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PROGETTO

Il progetto generale di restauro del sistema fortificato, suddiviso in stralci funzionali a partire dal Castello Inferiore, ha compreso da un lato l’individuazione di compatibili e adeguate destinazioni d’uso (“contenuti”), in grado di garantire nel tempo la conservazione e la valorizzazione del monumento, dall’altro il recupero di tutto il contesto ambientale e territoriale di pertinenza, attraverso la riproposizione della specifica architettura del paesaggio, che fa parte integrante della cultura locale e del “costruito”, e la realizzazione di un idoneo sistema di percorsi pedonali, funzionali alla fruizione degli spazi e alla loro conservazione. Si è mirato in tal modo a realizzare un intervento di restauro non fine a se stesso, ma un “restauro per”, in grado di restituire il più possibile l’integrità di un’immagine globale del monumento, ma anche di un idoneo “contenuto”, in un adeguato contesto ambientale; in grado quindi di trasformare il patrimonio monumentale in “risorsa”. Delle numerose problematiche affrontate vale sicuramente la pena dare un cenno, anche al fine di far comprendere la portata degli interventi, poiché non tutti risultano “visibili”, anzi sono stati improntati alla massima impercettibilità: è il caso, ad esempio, degli interventi di consolidamento delle murature, il risarcimento delle profonde e minacciose fessurazioni, il restauro delle volte presenti nel Torrione, soprattutto di quella a crociera all’ultimo livello, dove le infiltrazioni dalla copertura hanno reso l’intervento oltremodo urgente. Sullo stesso Torrione l’energica potatura della vecchia edera si è rivelata necessaria e provvidenziale, viste le condizioni del sottostante paramento murario, ormai in stato di disgregazione. Questi interventi di consolidamento sono stati eseguiti nel rigoroso rispetto di materiali e tecniche conformi ad una tradizione costruttiva antica di secoli. Si è operato quindi sugli impalcati in legno dei locali del primo e secondo piano, dove la presenza di strutture sottodimensionate ha imposto, nel passato, notevoli limiti alla visitabilità e alla fruizione degli spazi.

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CANTIERE

Limitato impatto visivo ha avuto anche l’adeguamento degli apparati impiantistici, nel rispetto della normativa vigente, dell’intera rete di impianti elettrici e speciali (antincendio, etc.) secondo un’organizzazione di tipo domotico. Rientra in tale ambito anche l’adeguamento delle dotazioni idro-sanitarie, con la realizzazione di nuovi locali per servizi igienici, accessibili anche ai portatori di handicap. Si è finalmente adeguata anche la rete di tubazioni di scarico e collegamento che, nel tempo, si erano accumulate nel cortile e nel fossato del Castello con la posa di un opportuna tubazione di drenaggio che allontani l’acqua dal piede delle murature perimetrali, intercettando anche la falda freatica superficiale che in origine alimentava il fossato. Per quanto riguarda poi gli impianti di riscaldamento e raffrescamento, alimentati da una centrale geotermica, è stata realizzata, nel locale interrato, una nuova sottocentrale geotermica di distribuzione a servizio dei tre piani. Per il riscaldamento del piano terra e del piano primo si è realizzato un sistema a pannelli radianti a pavimento, ove possibile, o in alternativa sono stati mantenuti i radiatori, mentre per riscaldare e raffrescare gli ambienti del piano secondo, si è installato un sistema a parete di ventilconvettori rivestiti da un tavolato di legno massiccio. Sotto gli occhi di tutti sono invece i risultati dei lavori di adeguamento e ripristino dei percorsi visitabili: sono infatti state ripristinate tutte le scale interne, con particolare attenzione a quelle che risalivano agli ultimi livelli del Torrione, ove erano presenti le rampe realizzate negli anni ’30 con profili in ferro ed elementi in legno. Le nuove scale permettono ai visitatori di raggiungere in condizioni di sicurezza la sommità del Torrione, il secondo piano sottotetto e il cammino di ronda, reso a sua volta percorribile mediante il restauro delle lastre in pietra e l’installazione di un parapetto a norma, di tipo tradizionale, tipologicamente conforme a quello esistente ma distinguibile da esso. Un impianto elevatore, di minimo ingombro, consente a tutti l’accesso ai vari piani del Castello. Interventi di restauro più strettamente conservativi si sono attuati invece su tutti i materiali e gli apparati decorativi del Castello, dai conci lapidei – ormai in via di disgregazione – di cornici ed angolate, ai corsi aggettanti in mattoni di sostegno del cammino di ronda; dai serramenti in legno alle pavimentazioni, interne ed esterne, in cotto e in acciottolato; dalle decorazioni a tempera sulle travi dei soffitti ai preziosi affreschi eseguiti, tra XV e XVIII secolo, per i Provveditori e i Podestà della Repubblica; dai massicci portoni in legno degli ingressi e delle prigioni, ai trecenteschi scranni della Sala del Consiglio, provenienti dall’antico Convento di S. Sebastiano. Si è provveduto inoltre a porre mano a situazioni, per così dire, “irrisolte”, come il vuoto determinato dalla mancanza della bertesca verso la strada, dove per anni si è mantenuto un parapetto in calcestruzzo, o l’incongruenza dell’assetto delle torricelle scudate angolari, non conforme alla tipologia costruttiva originaria.

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LAVORO ULTIMATO

Sotto gli occhi di tutti sono invece i risultati dei lavori di adeguamento e ripristino dei percorsi visitabili: sono infatti state ripristinate tutte le scale interne, con particolare attenzione a quelle che risalivano agli ultimi livelli del Torrione, ove erano presenti le rampe realizzate negli anni ’30 con profili in ferro ed elementi in legno. Le nuove scale permettono ai visitatori di raggiungere in condizioni di sicurezza la sommità del Torrione, il secondo piano sottotetto e il cammino di ronda, reso a sua volta percorribile mediante il restauro delle lastre in pietra e l’installazione di un parapetto a norma, di tipo tradizionale, tipologicamente conforme a quello esistente ma distinguibile da esso. Un impianto elevatore, di minimo ingombro, consente a tutti l’accesso ai vari piani del Castello. Interventi di restauro più strettamente conservativi si sono attuati invece su tutti i materiali e gli apparati decorativi del Castello, dai conci lapidei – ormai in via di disgregazione – di cornici ed angolate, ai corsi aggettanti in mattoni di sostegno del cammino di ronda; dai serramenti in legno alle pavimentazioni, interne ed esterne, in cotto e in acciottolato; dalle decorazioni a tempera sulle travi dei soffitti ai preziosi affreschi eseguiti, tra XV e XVIII secolo, per i Provveditori e i Podestà della Repubblica; dai massicci portoni in legno degli ingressi e delle prigioni, ai trecenteschi scranni della Sala del Consiglio, provenienti dall’antico Convento di S. Sebastiano. Si è provveduto inoltre a porre mano a situazioni, per così dire, “irrisolte”, come il vuoto determinato dalla mancanza della bertesca verso la strada, dove per anni si è mantenuto un parapetto in calcestruzzo, o l’incongruenza dell’assetto delle torricelle scudate angolari, non conforme alla tipologia costruttiva originaria.

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