RESTAURO MONUMENTALE
Restauro Chiese, Ville, Palazzi e Castelli
CASTELLI SCALIGERI E COEVI
- Arzignano (VI) Cinta Muraria
- Arzignano (VI) Rocca Scaligera
- Campodenno (TN) Castel Belasi
- CASTELFRANCO VENETO (TV) TORRE CIVICA
- Marostica (VI) Castello Superiore e Cinta Muraria
- Marostica (VI) Castello Inferiore
- Montebello (VI) Castello dei Maltraversi
- Sanguinetto (VR) Castello Scaligero
- Soave (VR) Tratto nord Cinta Muraria
EDIFICI DI CULTO - CHIESE
VILLE E PALAZZI
NUOVO IMPIANTO
EDILIZIA ALBERGHIERA
EDILIZIA COMMERCIALE
RESIDENZIALE
URBANISTICA
LAVORI IN CORSO
RESTAURO MONUMENTALE
NUOVO IMPIANTO
RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI
CASTELLO DEI MALTRAVERSI IN MONTEBELLO (VI) - sec. XII
Restauro conservativo, consolidamento statico ed adeguamento impiantistico.
Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.
COMMITTENTE: Immobiliare Futuro s.r.l. (VI) - Via Lago di Molveno, 4
PERIODIO DELLA PRESTAZIONE: 2002-2009
Il Castello di Montebello è situato sul pianoro che si apre sulla cima del colle che sovrasta il paese, a circa 153 metri s.l.m., racchiudendolo interamente per una superficie di oltre 5400 mq, entro una cinta muraria che si sviluppa per un’estensione di circa 430 metri lineari. La struttura originaria più antica, ovvero quella risalente all’epoca dei conti Maltraversi, è tuttora perfettamente riconoscibile nella parte più occidentale; essa è impostata su una pianta triangolare di circa 900 mq, avente ai vertici la rocca e due torri. Anche se probabilmente una fortificazione esisteva già in epoca romana, si fa risalire la costruzione del Castello di Montebello verso la fine del IX secolo, a seguito di una devastante invasione degli Ungari che portò alla completa distruzione del paese. La popolazione decise infatti l’erezione di un castello sulla sommità del colle, onde ricavarne protezione in caso di incursioni e assalti nemici. Questo castello, collocato in una posizione strategicamente rilevante e munito di salde difese, venne citato dai cronisti come un buon esempio di opera fortificata, e definito quale avamposto della stessa città di Vicenza. Nell’anno 1000, per volontà dei Veronesi, che vedevano nella fortificazione di un tale punto strategico una minaccia alla sicurezza dei propri confini, il castello venne demolito dalle fondamenta. L’importanza del luogo, però, rese inevitabile che il castello venisse, dopo pochi decenni, ricostruito dalle stesse fondamenta. L’iniziativa fu di una potente famiglia di antiche radici longobarde e di capostipite veneziano, che aveva acquisito i diritti sul paese fin dal principio dell’XI secolo: i Maltraverso, Conti di Montebello. Quest’opera, situata sul punto più alto del colle detto Monte del Lago, impostata su una pianta triangolare e dotata di rocca, torri angolari e portali con ponti levatoi, è tuttora chiaramente riconoscibile e costituisce il nucleo principale del castello. Fu nel XIV secolo che il Castello, divenuto proprietà degli Scaligeri, assunse l’aspetto definitivo, tuttora riconoscibile e in parte conservato: furono erette le porte dotate di antemurale e ponte levatoio e la torre angolare lungo il tratto orientale; venne ricostruita ed innalzata la cinta muraria includendo nel perimetro anche la chiesetta dedicata a S. Daniele dalla famiglia Maltraverso, che l’aveva fatta erigere nella prima metà del XIII secolo, furono collegati i cammini di ronda con l’antica rocca, che venne irrobustita da un poderoso contrafforte, e infine venne costruito nel cortile minore il pozzo, scavando per decine di metri la roccia tufacea del colle. Nel corso dei secoli il Castello, con l’evoluzione dell’arte della guerra indotta dal crescente uso delle armi da fuoco, perse molta della sua importanza, assumendo sempre più carattere residenziale. Tra le più sostanziali modifiche apportate alle strutture del castello nel corso nel XIX secolo, vi è senza dubbio la costruzione di un nuovo, imponente edificio residenziale in stile vagamente neogotico, con merlature di impronta tipicamente veneziana; si tratta del corpo di fabbrica che godeva delle migliori condizioni, pur essendo in stato di abbandono come tutte le altre strutture. Il XX secolo ha visto il lento ma inesorabile declino del castello, e la rovina di varie sue strutture; infine gli ultimi custodi lasciarono il castello, abbandonandolo così alla lenta ma sicura azione distruttrice del clima, della vegetazione, dei vandali e del tempo.
Dall’analisi effettuata sull’intero manufatto, si è potuto riscontrare un avanzato stato di degrado dell’intero complesso. Tale degrado, dovuto a fattori fisici, chimici e biologici, ha trovato nel tempo un suo alleato, dato che almeno negli ultimi cinquant’anni sono mancati adeguati interventi di manutenzione degli immobili. Interventi impropri eseguiti in passato hanno inoltre compromesso ulteriormente il fragile equilibrio delle strutture e della loro base di imposta: la presenza di riporti di terreno di rilevante entità all’interno della cinta fortificata, aumentando il dislivello esistente tra il piano di calpestio all’interno e all’esterno delle mura, ne ha favorito la spinta verso valle, accentuata dalla pressione dell’acqua priva di un adeguato drenaggio al piede della muratura. L’analisi dello stato di fatto è stata effettuata avvalendosi delle più recenti ed evolute tecniche di rilievo, applicando un sistema di relazione dell’immagine fotografica ad un rilievo strumentale. Si sono così ottenute delle rappresentazioni grafiche utili sia all’analisi storico-costruttiva sia all’individuazione delle patologie di degrado e di dissesto presenti. In particolare, per quanto riguarda i prospetti, per evidenziare le diverse tipologie di materiale presenti sulle facciate, o per sviluppare una prima macro-analisi del degrado delle murature, si è proceduto ad una mappatura fotografica completa di tutte le superfici esterne, con particolare riguardo alla possibilità di integrazione del rilievo con tecniche di foto-piano. La presenza di una notevole vegetazione ha tuttavia limitato la mappatura completa delle mura sia nella parte esterna sia in quella interna. Il rilievo architettonico è stato quindi integrato e approfondito dal rilievo critico di dettaglio, riguardante le principali opere strutturali (composizione delle murature, tipologia e orditura dei solai e delle coperture), le tipologie di finitura presenti (abaco dei serramenti, tabella finiture e materiali) e le differenti patologie di degrado e dissesto riscontrate, rappresentate graficamente attraverso il metodo uni normal 1/88.
Dall’analisi dello stato di fatto emergeva l’urgenza e la necessità di numerosi interventi, riconducibili a due ordini di fattori principali: interventi di restauro-conservativo, con consolidamenti statici e di ripristino, per quanto possibile, delle situazioni originarie e storicamente accertabili nell’aspetto degli edifici del complesso; e interventi di adeguamento impiantistico, ove necessario, per ospitare, nel rispetto della normativa vigente, le destinazioni d’uso previste dall’intervento di recupero. Per un corretto e specifico approccio alle problematiche che comportava il recupero strutturale dell’edificio, ogni intervento è stato preceduto da accurate prove e analisi fisico-chimiche degli apparati strutturali. Gli interventi di recupero del prestigioso complesso del Castello dei Maltraversi sono stati eseguiti nell’assoluto rispetto del suo valore storico- artistico, con particolare riguardo alla conservazione e valorizzazione degli elementi originari.
Il progetto di restauro ha previsto il restauro della cinta muraria previo diserbamento ed estirpazione, manuale o con opportuni mezzi meccanici, delle piante infestanti, senza l’impiego di prodotti chimici, e l’eliminazione delle tracce di conglomerato cementizio e di precedenti stuccature incompatibili e loro ripristino esclusivamente con malta di calce a basso tenore di sali idrosolubili, omogenea alla malta presente nelle mura, per granulometria e leganti e rapporto legante-inerte. Successivamente è stato realizzato il ripristino della continuità strutturale dei paramenti murari in pietra e mattoni, mediante un riempimento delle fughe dove necessario, operando un consolidamento localizzato da eseguire mediante la ristilatura dei giunti con malta di calce, in analogia all’esistente, con eventuale sostituzione dei materiali più degradati.
In merito agli interventi realizzati negli immobili del complesso monumentale (Castello con la sua Torre, Rocca, Casa del Castellano e Cappella di San Daniele) si è provveduto in prima battuta al ripristino delle originarie forometrie attraverso la riapertura, ove possibile, delle aperture tamponate e rimozione di tramezzi e controsoffitti di epoca recente. Si è proceduto poi alla realizzazione di interventi sulle strutture di copertura e sulle strutture murarie: interventi che permettessero di arrestare il progressivo deteriorarsi degli immobili monumentali. Le strutture di copertura esistenti in particolare sono state conservate, ove possibile, restaurate ed adeguate ai carichi di esercizio, nel rispetto della normativa vigente, realizzando inoltre efficienti sistemi di impermeabilizzazione sottocoppo e nuove grondaie e pluviali in rame. Nella Rocca dove sia la copertura che i solai risultavano irrimediabilmente compromessi, si è provveduto al ripristino degli stessi, in analogia alle strutture esistenti prima del crollo, riproponendo i livelli preesistenti, seguendo le tracce ancora visibili dell’imposta delle travi nella muratura. Si è inoltre effettuato nel Castello e nella Casa del Castellano il consolidamento dei solai esistenti, attraverso l’adeguamento ai carichi imposti dalla normativa vigente, con soluzioni che consentano il contenimento dello spessore degli impalcati. I paramenti murari del complesso architettonico sono stati restaurati, previa pulitura e disinfestazione, tramite tecniche tradizionali, quali "scuci-cuci", stilatura dei giunti di malta ed eventuali integrazioni nei punti maggiormente erosi dall'azione dilavante degli agenti atmosferici, al fine di ripristinare la continuità strutturale. Si è provveduto inoltre al restauro degli elementi in pietra delle facciate esterne mediante una serie di interventi mirati - volti in particolare a consolidare le parti lapidee pericolanti, anche sostituendo eventuali perni o inserti metallici deteriorati, ad evitare ulteriori erosioni - a proteggere cornici e sporti dal dilavamento esercitato dall’acqua piovana e da ristagni di umidità. Il ripristino della finitura a cocciopesto del Castello, in analogia all’esistente, in sostituzione dell’intonaco cementizio esterno ha costituito un elemento importante sia dal punto di vista del restauro conservativo sia dell’impatto scenico dell'intero complesso monumentale.