RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

CINTA MURARIA DI SOAVE (VR): Tratto 2 "L-O" - sec. XIV


Restauro conservativo, consolidamento statico e ripristino filologico.

Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.

COMMITTENTE: Comune di Soave (VR), Via Giulio Camuzzoni n. 8.
PERIODO DELLA PRESTAZIONE: 2006-2009

listaSTATO DI CONSERVAZIONE     listaPROGETTO     listaCANTIERE     listaLAVORO ULTIMATO

Il Castello di Soave è una tipica costruzione militare del Medio Evo, probabilmente eretta sulle rovine di un antico fortilizio romano. Sorge sul Monte Tenda e domina la vasta pianura sottostante, coprendo un'area di mq. 5882. Per la sua posizione strategica all'imbocco della valle e in prossimità di un'importante via di comunicazione, l'antica via Postumia, il Castello fu conteso, nel corso delle varie epoche, da numerose famiglie signorili e potenze cittadine.
E' costituito da un'alta torre, o Mastio, intorno alla quale, quasi come attorno ad un perno, si svolgono i giri delle mura che raccolgono tre cortili di forma, dimensione e livello differenti. Le mura, quindi, scendono ad abbracciare tutto il borgo medioevale, conferendo ad esso un aspetto assai suggestivo e facendo di Soave una delle poche città interamente murate in Italia.
Le mura vennero costruite durante la signoria degli Scaligeri, nel XIV secolo. Presentano merli a coda di rondine e sono ripartite in 24 torri. Le porte d'accesso in origine erano tre: Porta Verona (a sud), Porta vicentina (a est) e Porta Aquila (a nord).
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
La struttura muraria della cinta è costruita secondo la tipica tecnica scaligera, a sacco, con il ricorso delle ripianature in laterizio, con angolature in pietrame a livello del basamento e struttura muraria in laterizio foggiata a dente di sega nella parte superiore. Le torri erano costruite per livelli sovrapposti di 1,80 – 2,00 metri di altezza, di solito separati, dai suddetti corsi di ripianatura in mattoni. Raggiunta la quota dei camminamenti, veniva posto in opera il solaio in legno che fungeva da irrigidimento e collegamento per l’intera struttura. Le torri erano voltate a botte; la volta, costruita in mattoni, sosteneva la struttura di copertura, in lastre di pietra, disposte secondo una doppia inclinazione. La copertura era praticabile e un foro passante nella volta, difeso dalle intemperie da un casottino in muratura esterno e dotato di copertura in lastre di pietra sovrapposte, permetteva l’accesso alla sommità della torre. Le pareti esterne delle torri venivano leggermente intonacate con l’esclusione degli angoli in mattoni, per proteggere le murature in pietra, più soggette al deterioramento delle intemperie. I camminamenti sono costituiti da lastre in pietra di Prun o Asiago, sostenute da una struttura sporgente a filari digradanti di mattoni, simulante un cornicione. Le tre porte principali (Aquila, Vicentina, Veronese) sono ricavate alla base di robuste torri, integrate nella difesa a mezzo dell’apposito rivellino. Una quarta porta si apre nel tratto superiore della Cinta, come accesso al Castello.

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STATO DI CONSERVAZIONE

Il tratto oggetto di restauro risulta compreso tra Porta Aquila “L” (esclusa) e il Portale di accesso al Castello “O” (escluso). Tale tratto presentava, per larghi tratti di muratura, ad un’altezza di circa due metri da terra, infiltrazioni di umidità di risalita dal terreno, con conseguente formazione di microflora, muschi, licheni o vegetazione rampicante, fattori questi che hanno favorito col tempo la fessurazione e disgregazione del paramento lapideo. Fenomeni analoghi erano presenti in prossimità della zona sommitale della cortina muraria, per effetto dell’azione dell’acqua meteorica, che ristagnava sulle merlature. Gran parte delle porzioni di paramento lapideo in pietra arenaria, presenti sui tratti di mura e sulle torri, erano interessate da fenomeni di disgregazione del materiale con fessurazioni, sfaldamento e distacco, in conseguenza del dilavamento e dei cicli di gelo-disgelo. Gran parte della merlatura era in condizioni di precarietà statica, per l’esposizione preferenziale alle intemperie. Il cammino di ronda, presente lungo tutto il tratto di cinta muraria oggetto dell’intervento, risultava in parte degradato dall’effetto di sconnessioni dovute alla caduta di elementi in laterizio per effetto della massiccia presenza di umidità, con conseguente indebolimento strutturale della cornice aggettante dal paramento murario.
Le lastre del cammino di ronda presentavano un degrado diffuso con presenza di fenomeni di sfaldamento, fessurazione e conseguente distacco di parti di materiale, e in alcuni tratti si rilevava anche la completa assenza delle lastre di camminamento a causa dei crolli avvenuti nel tempo.

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PROGETTO

L’intervento ha riguardato in primo luogo la sottomurazione e il consolidamento del pendio. L’intervento è stato eseguito con tecniche diversificate, a seconda delle caratteristiche e delle condizioni in cui si trovavano le zone considerate. In particolare in corrispondenza della Torre “N”, che presentava uno “scalzamento” dell’angolo, è stata realizzata una struttura di sottomurazione con chiodatura e spritz-beton, seguita da una protezione superficiale del terreno sotto il bastione, eseguita mediante innalzamento dell’esistente muratura in calcestruzzo e riempimento in pietrisco di frantoio a pezzatura grossa (cm. 30), al fine di salvaguardare la roccia tufacea (tovo), dalle azioni erosive delle acque piovane. Inoltre, è stata assicurata la canalizzazione delle acque piovane provenienti dalle quote superiori verso il vallone sottostante. Lungo il tratto di mura compreso fra la Torre “N” e la Torre “M”, dopo una preliminare pulitura superficiale, si è eseguito il consolidamento con chiodature, spritz-beton e successivo ricoprimento in terreno naturale (stabilizzato a valle con muretto di contenimento), sotto il contrafforte delle mura.
A causa dei danni che l’umidità di risalita, le infiltrazione delle acque meteoriche e le radici della vegetazione infestante nelle superfici del paramento murario e delle Torri “M” ed “N” è risultato necessario intervenire preliminarmente con una pulitura accurata e un trattamento di disinfestazione biologica di tutte le superfici, seguito da localizzate operazioni di consolidamento e ripristino della continuità strutturale della muratura realizzata con la tecnica del scuci – cuci, e in modo generalizzato su tutta la superficie muraria con adeguati interventi di risarcitura, stilatura e protezione finale delle murature contro le aggressioni da agenti meteorologici e/o formazione di organismi vegetali e patine batteriche. Si è provveduto al consolidamento, ove non più presenti o irrecuperabili, degli intonaci sulle pareti esterne Torri “M” ed “N” e al loro ripristino, ove mancanti, in quanto considerati elemento tipologico caratterizzante (a “dente di sega”).

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CANTIERE

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LAVORO ULTIMATO

I solai e dei collegamenti verticali in legno delle Torri “M” e “N” sono stati ripristinati, a seguito della rimozione della vegetazione infestante, che aveva irrimediabilmente compromesso gli elementi esistenti, e sulla base delle tracce certe e probanti della collocazione originaria degli impalcati di raccordo del cammino di ronda, riscontrate nella muratura dopo un esame ravvicinato.  Si è provveduto poi al ripristino della copertura della Torre “N”, con utilizzo di elementi in pietra della forma e dimensione delle originarie lastre, previo consolidamento della volta in mattoni e rimozione degli elementi lapidei irrimediabilmente degradati.
Nel tratto “N” - “O” si è intervenuti per il parziale ripristino dei corsi aggettanti in mattoni a vista di sostegno delle lastre del cammino di ronda, in quanto tale cornice in muratura, in prossimità del Portale di accesso al Castello “O”, si presentava disgregata in profondità, priva di coesione e irrecuperabile;
Nei tratti oggetto di intervento, si è provveduto al restauro del cammino di ronda e al ripristino delle lastre in pietra poggianti sulla cornice in muratura aggettante, compresa la messa in opera di idoneo parapetto, mediante installazione di strutture verticali in legno e metallo a cui sono stati fissati i correnti orizzontali, secondo la tipologia tradizionale scaligera.

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