RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

VILLA THIENE IN QUINTO VICENTINO (VI) - Capolavoro di Andrea Palladio - sec. XIV


Restauro conservativo, consolidamento statico, adeguamento funzionale ed impiantistico.

Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.

COMMITTENTE: Comune di Quinto Vicentino
PERIODO DELLA PRESTAZIONE: 1998-2006

listaSTATO DI CONSERVAZIONE     listaPROGETTO     listaCANTIERE     listaLAVORO ULTIMATO

I lavori di restauro di Villa Thiene, oggi sede Municipale del Comune di Quinto Vicentino, hanno ridato giusta dimensione al frammento del grande progetto palladiano. Tali lavori hanno in primo luogo il merito di aver raggiunto l’obiettivo principale della salvaguardia materiale del costruito e, contestualmente hanno consentito di acquisire nuovi dati e conoscenze più approfondite delle tecniche costruttive originali, mettendole in relazione con le integrazioni e le modifiche che naturalmente si sono succedute nel corso del tempo.
La Villa, commissionata dai Conti Adriano e Marc’Antonio di Thiene, era stata inizialmente concepita dal Palladio come una maestosa costruzione considerata dagli studiosi alla stregua di un’idea puramente utopistica, a somiglianza dei templi acropolici romani, come simbolo del potere della famiglia d’appartenenza. Le vicende della famiglia Thiene - il cui erede Ottavio lasciò Vicenza e si trasferì a Reggio Emilia - portarono ad una limitata costruzione della Villa, di cui tutt’oggi ne rimane eretta solo una parte (riconoscibile nella porzione anteriore dell’ala destra del progetto originario), che ha subito nel corso degli anni numerosi rimaneggiamenti.

divisore

STATO DI CONSERVAZIONE

La fronte del frammento esistente (prospetto nord) è scandita da otto lesene tuscanico-doriche di ordine gigante che sorreggono una trabeazione su cui si imposta il frontone triangolare. Sul lato occidentale, anch’esso scandito da lesene, si nota la presenza di un arco a pieno centro, murato e intonacato, probabile frammento del muro perimetrale del corpo palladiano, il quale si affacciava al cortile interno tramite una loggia a tre archi. Per quanto riguarda la facciata posteriore è evidente che non può rispondere all’originale disegno palladiano, e che ha subito notevoli rimaneggiamenti, mentre il lato orientale è nettamente suddiviso in una prima parte sicuramente originale e in una seconda visibilmente riadattata in epoche successive.
Come all’esterno, anche all’interno della Villa sono evidenti i numerosi rimaneggianti eseguiti in epoche successive. Dell’interno cinquecentesco restano quattro ambienti: due piccoli vani rettangolari, coperti da volta a botte, e due ambienti quadrati. Tali vani risultano divisi da un corridoio centrale d’ingresso, troncato dall’inserimento, in epoca successiva, di uno scalone ottocentesco di accesso ai piani superiori. Degli affreschi che probabilmente decoravano gli ambienti cinquecenteschi, risultano ben conservati solamente quelli nella volta a botte della sala quadrata ad est. In più parti l’orditura principale della copertura risulta gravemente danneggiata, soprattutto a causa di infiltrazioni di acqua meteorica.

divisore

PROGETTO

Il progetto generale di restauro di Villa Thiene e degli annessi è stato preceduto da una lunga serie di indagini storiche. Attraverso un inedito esame comparato della numerosa cartografia raccolta è stato possibile acquisire importanti elementi di valutazione e di orientamento nella ricostruzione della complessa evoluzione del progetto palladiano nei secoli, e di comprendere in parte la grande sistemazione territoriale della quale il progetto stesso era informatore. Gli accertamenti preliminari sono stati condotti attraverso un accurato rilievo metrico, geometrico, morfologico e materico, e attraverso la conoscenza diretta dello stato di conservazione delle varie sezioni del complesso monumentale. Tutto ciò ha consentito di arrivare alla definizione di un progetto di restauro che recuperasse, per quanto possibile, l’integrità spaziale dell’organismo originario, nella consapevolezza che ogni intervento, per quanto modesto, altera comunque le parti che investe e necessariamente modifica o porta alla scomparsa di una porzione più o meno estesa, me sempre definitiva, della storia dell’edificio. E’ stato quindi scelto di ripristinare, per quanto possibile, gli elementi tipologici originari, riconosciuti come essenziali all’identità del monumento, del suo tono volutamente rustico (impiego di materiali del luogo, di mattoni a vista,…), della sua sensibilità e della sapienza del particolare, dell’ampio respiro “veneto” degli ambienti, in osmosi con la campagna circostante. Il problema del recupero della “scala ovata”, come era alle origini, si presentava delicato, me senza dubbio necessario: si trattava, più che di ricostruirne il vano, di restituirne il volume architettonico con l’inserimento di una “scala a lumaca” di collegamento ai tre piani, della stessa forma e dimensione di quella originaria, anche se di materiali diversi. A riguardo dei trattamenti dei paramenti murari esterni, pervenutici in mattone a vista, in sede di definizione progettuale da più parti veniva proposta una finitura a intonaco, del quale d’altronde rimangono cospicue tracce in più punti delle pareti esterne. Ciò non toglie che l’immagine consolidata che ci è pervenuta è caratterizzata da murature a vista su tutte le facciate esterne e, per la porzione cinquecentesca, murature realizzate con somma maestria. Quanto ora possiamo vedere è senz’altro parte integrante del preziosismo dello “splendido frammento” che ci è pervenuto: una sorta di “libro maestro” aperto della tecnica esecutiva della muratura in laterizio. Per questo nel progetto di restauro è stato proposto il mantenimento delle pareti a vista esterne della Villa, secondo l’immagine che ci è pervenuta, prevedendone esclusivamente interventi conservativi.

divisore

CANTIERE

divisore

LAVORO ULTIMATO

Tutti gli interventi proposti quindi sono stati finalizzati al recupero dell’organizzazione interna della Villa, anzitutto con il ripristino del salone centrale, “passante”, di tradizione veneta. La riacquisizione del salone ha comportato la ripresa della volta a botte fino alla parete di fondo. Tutto questo ha messo in luce l’armonico spazio creato dal Palladio, prima illeggibile. L’eliminazione delle tramezze costruite in epoche successive hanno consentito il ripristino, nella parte meridionale, di un’ampia sala comunicante con il giardino (quello che rimane dell’originaria loggia), dove l’edificio ha potuto riacquistare, in parte, l’originario monumentale respiro. Il primo piano, agibile solo nell’ala meridionale, liberato dalle sovrastrutture costruite in epoca recente, presenta la stessa distribuzione interna del piano terra, con ampio salone aperto sulla loggia ottocentesca. La fruizione totale, ora possibile, degli ambienti del sottotetto consente di visionare tutte le diverse soluzioni strutturali impiegate per la realizzazione delle volte. In posizione simmetrica rispetto alla “scala ovata” ripristinata è stato inserito in vano elevatore in cristallo. Il progetto di restauro del corpo padronale e degli annessi è stato attuato per stralci funzionali. Gli interventi hanno riguardato lavori di restauro, manutenzione, recupero e di valorizzazione e insieme lavori di consolidamento, di dotazione impiantistica e di adeguamento funzionale.

Richiedi informazioni »
Torna su »