RESTAURO MONUMENTALE - REALIZZAZIONI

PALAZZO PAGELLO IN VICENZA - sec. XVI


Restauro conservativo, consolidamento statico ed adeguamento impiantistico.

Progettazione, Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza.

COMMITTENTE: Parrocchia di S. Marco (VI) - C.trà S. Francesco n. 78
PERIODIO DELLA PRESTAZIONE: 2005-2009

listaSTATO DI CONSERVAZIONE     listaPROGETTO     listaCANTIERE     listaLAVORO ULTIMATO

Palazzo Pagello, di proprietà della Parrocchia di S. Marco, è situato nel centro storico di Vicenza, in Contra’ San Francesco.
L’impianto originario è tardo-cinquecentesco, di tipica matrice veneta. L’impostazione della facciata principale, simmetrica e gerarchizzata, ha come asse l’ingresso centrale, sottolineato al piano primo da un balconcino e un’apertura con imposte e arco sagomati in pietra.In pianta l’asse di simmetria è sottolineato dal salone passante centrale, che distribuisce ai vari ambienti e si affaccia su strada e sul cortile interno.Nel corso dei secoli l’edificio originario è stato ampliato e rimaneggiato, per adattarlo alle esigenze che, di volta in volta, s’imponevano. E’ probabilmente nel corso del XVII secolo che, a questo primo nucleo, sono state affiancate le due ali laterali, più basse rispetto al corpo centrale, ma con le stesse caratteristiche tipologico-formali dell’edificio signorile principale. L’arco più a sud introduce a un piccolo vestibolo porticato, con travi a vista dipinte con motivi floreali stilizzati, e inquadra l’accesso sia pedonale che carrabile al cortile retrostante e quindi al Centro Sportivo e Ricreativo Parrocchiale e al frequentatissimo Cinema Teatro S. Marco.

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STATO DI CONSERVAZIONE

Lo stato di conservazione dell’edificio in argomento si presenta eterogeneo ai vari piani. Vista la necessità di intervenire con urgenza sulle strutture, che versavano in uno stato di grave degrado, si ritieneva opportuno programmare gli interventi in un progetto unitario di adeguamento generale.
Allo stato attuale si evidenziava la necessità di intervenire con urgenza al piano interrato e sulle coperture dell’edificio in argomento, che versavano in uno stato di grave degrado. Infatti, il pericolo per la pubblica incolumità era reale, sia a causa della precarietà delle cornici di gronda sul lato strada, che presentavano gravi segni di degrado e minacciavano di crollare, sia a causa di tubature e cavi elettrici aerei non adeguatamente protetti al piano interrato, con il rischio di perdite di acque di scarico e corto circuiti.
Il piano interrato era stato pesantemente manomesso durante il secolo scorso. I solai originari in legno erano stati interamenti sostituiti da solai in latero-cemento, forse a causa di problemi di marcescenza delle travi. Negli stessi anni erano stati realizzati dei pilastri portanti in cemento armato e alcuni brani di muratura erano stati completamente rifatti, in maniera discutibile, mentre altri erano stati demoliti.
Per quanto riguarda le coperture, le infiltrazioni d’acqua meteorica, causate dalla sconnessione e dallo scivolamento del manto in coppi, insieme al ristagno di umidità che si era venetu a creare, stavano provocando la marcescenza delle strutture lignee di copertura.
Esternamente l’edificio denotava problematiche diverse nei due prospetti principali. Infatti, sul lato strada (ovest) la facciata non presentava manomissioni rilevanti, ma l’intonaco originario risultava fortemente compromesso, per effetto del dilavamento dell’acqua piovana e dell’umidità di risalita alla base del muro. Il prospetto sul lato del giardino interno (est) si presentava disomogeneo, con manomissioni risalenti a epoche diverse: i volumi edilizi aggiunti nel corso dei secoli presentavano una forometria non coerente con i caratteri dell’edificio principale. In entrambe le facciate, in corrispondenza delle finestre del piano primo (e del piano terra nella facciata est), erano stati inseriti telai in alluminio anodizzato manomettendo, con inserti cementizi, le cornici lapidee. Le inferriate metalliche a protezione delle finestre del piano secondo erano state rimosse, ma ne rimaneva traccia nelle cornici lapidee.

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PROGETTO

L'intervento proposto mira alla restituzione dell’integrità spaziale dell’intero edificio monumentale, oltre che ad un più funzionale utilizzo degli ambienti a disposizione per le attività pastorali, valorizzando le connessioni con gli spazi esterni, per quanto riguarda i piani seminterrato e terra, e qualificando le unità dei piani primo e secondo, anche con la realizzazione di alloggi per sacerdoti anziani a riposo, come raccomandato dalla Curia Vescovile locale.
I piani terra, primo e secondo in particolare necessitano di un sostanziale intervento di adeguamento igienico-funzionale. Ma gli interventi più interessanti riguardano in particolare il piano interrato e il piano sottotetto. Il piano seminterrato risultava infatti malsano e inagibile in quanto soggetto a periodici allagamenti per la tracimazione della rete fognaria. Mentre nel passato per risolvere il problema si era cercato un risanamento attraverso l’innalzamento del piano di calpestio, con inevitabile riduzione dell’altezza utile, e la progressiva inagibilità dei locali, il progetto ha previsto invece il ripristino del piano di calpestio cinquecentesco con riordino dell’impianto fognario e la realizzazione di stazioni di sollevamento delle acque.Il superamento di tale problema ha consentito la rimozione dei riporti di terra all’interno dei vani interrati, la riapertura di forometrie tamponate, l’eventuale realizzazione di sottofondazioni e sottomurazioni in corrispondenza di brani murari dissestati e l’intonacatura delle murature con intonaci macroporosi traspiranti. Inoltre gli ambienti verranno dotati di nuovi impianti elettrici e di riscaldamento/raffrescamento in grado da assicurare il benessere sia estivo che invernale. L’intervento nel piano sottotetto prevede il restauro e il consolidamento statico degli elementi lignei portanti, con interventi di tipo strutturale come la sostituzione delle teste delle travi ammalorate, l’inserimento di tiranti per il contenimento delle sollecitazioni, … e la successiva risistemazione del manto e della minuta lignea di supporto, utilizzando nella maggior misura possibile gli elementi di recupero (coppi, tavelle, travetti).

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CANTIERE

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LAVORO ULTIMATO

Il criterio “condiviso”, che è stato assunto alla base del progetto è stato determinato dalla necessità di dare risposta nell’immediato all’adeguamento dei vari ambienti, ma anche e soprattutto di garantire nel tempo la flessibilità d’uso dell’immobile.
Il criterio progettuale che è stato adottato si configura quindi come un “aggiungere possibilità” alle esigenze pastorali e funzionali, che nel tempo si presentassero o dovessero cambiare: una flessibilità spaziale per eventuali utilizzi diversi nel tempo, senza dover ricorrere a ulteriori interventi di adeguamento o ristrutturazioni, di fronte all’emergere di nuove esigenze. Tutti gli interventi proposti quindi sono di tipo reversibile (semplici tramezze poste sopra i pavimenti esistenti) e si prevede di realizzare la nuova impiantistica prevalentemente in locali con tracce preesistenti, in parti di edificio risalenti a epoche successive al nucleo originario (primi anni ’60), o in vani che necessitano di interventi di restauro, in quanto in stato di degrado.

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